Dal 2D al 3D… PRIMA PARTE

VFX

Vediamo come utilizzare il camera mapping di Blender per trasformare una fotografia 2D in una scena 3D da inserire nei nostri filmati. Si tratta di un metodo digitale per ottenere quello che una volta era chiamato matte painting, ma a costo zero e in qualche decina di minuti.

Molto spesso capita di voler costruire dei paesaggi da inserire nei nostri filmati. Tuttavia, realizzare un mondo tridimensionale non è molto semplice, soprattutto se vogliamo un risultato davvero realistico. Invece, produrre una fotografia od un disegno è abbastanza semplice. Non si può forse costruire un modello tridimensionale basandosi su una fotografia? Per nostra fortuna, si. Con Blender, infatti, possiamo “tradurre” una fotografia in una scena tridimensionale molto realistica. Il camera mapping, così si chiama la funzione di Blender che svolge questo compito, è una versione digitale del matte painting utilizzato fin dagli albori del cinema su pellicola. L’idea di base è molto semplice: non è necessario costruire dei modelli tridimensionali completi, perché il film è comunque bidimensionale. Ciò che serve è soltanto una serie di pannelli con delle immagini dipinte in prospettiva. Il matte painting, infatti, veniva realizzato posizionando delle lastre di vetro in un teatro di posa, e ciascuna delle lastre veniva dipinta con alcuni componenti della scena (il cielo, il pavimento, le montagne, le pareti di un edificio, degli alberi, eccetera…). La logica è più o meno la stessa dei fondali dipinti che vediamo nelle opere teatrali, ma con una differenza fondamentale: spostando la cinepresa, si può cambiare la prospettiva e, se i disegni sono stati realizzati bene, il filmato finale darà l’illusione che i fondali siano reali. Se, per esempio, disegnassimo su uno stesso pannello il cielo, gli alberi, ed un edificio, appena la camera verrebbe spostata ci si accorgerebbe del trucco, perché tutti gli oggetti apparirebbero appiattiti sullo stesso piano. Se, invece, li posizioniamo su pannelli diversi, distanti tra loro, è ovvio che quando la videocamera viene spostata i vari oggetti si “muoveranno” in modo differente, a seconda della loro distanza. Questo semplice trucco garantisce ung rande realismo, ed inganna facilmente gli occhi ed il cervello degli spettatori. Si potrebbe ottenere un risultato simile costruendo dei modellini in cartapesta ma sarebbe molto più costoso che disegnare su delle lastre di vetro ed anche meno realistico di una fotografia (che può invece essere stampata sul vetro). Con la computer grafica possiamo ottenere lo stesso risultato senza però dover scomodare un vetraio: grazie a Blender, infatti, possiamo facilmente costruire un modello 3D della scena che vogliamo realizzare, utilizzando soltanto dei semplici rettangoli. Naturalmente, il nostro punto di partenza sarà una immagine (che ovviamente può anche essere un fotomontaggio, in modo da riprodurre un paesaggio che non possiamo riprendere con una cinepresa). Grazie a GIMP divideremo l’immagine in tutti i piani possibili. In pratica, dobbiamo semplicemente creare tanti file: in ciascuno di essi inseriremo soltanto alcuni oggetti dell’immagine originale, oggetti che si trovano sullo stesso piano. Per esempio, realizzeremo un file per il cielo ed un altro per le montagne, perché questi oggetti si trovano evidentemente su piani diversi, nella realtà. Se, però, c’è una fila di case in lontananza, possiamo inserirle tutte in un unico file, perché comunque da lontano appariranno come un unico blocco. Ovviamente, per ottenere ottimi risultati è necessario prestare attenzione ai dettagli degli oggetti in primo piano. Questo metodo consente grandi risultati anche nel caso di disegni: in pratica, è possibile costruire anche dei paesaggi immaginari basati su disegni invece che su fotografie reali. Ciò che conta, infatti, è soltanto avere una immagine ed essere in grado di costruirne una versione stilizzata in tre dimensioni. Come sempre, potete vedere il video d’esempio al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=XvAr3TwbLfQ

Alcuni dei piani estratti dalla fotografia originale
Il modello 3D che andiamo a costruire


Come si lavora con Blender
Per fortuna, il bello del metodo che proponiamo è che il modello 3D che costruiamo con i piani può essere realizzato in modo abbastanza superficiale: non serve ricostruire la scena nei dettagli, e non è nemmeno necessario replicare con precisione le forme. Infatti, se vogliamo rappresentare un albero, ci basta prendere un rettangolo e posizionarlo in verticale. Non è necessario replicare le foglie ed i rami: questi dettagli verranno rappresentati dal camera mapping. Ciò che conta sono soltanto la posizione, la rotazione, e la dimensione dei rettangoli. Chi, però, non ha mai utilizzato Blender, potrebbe faticare a comprendere come eseguire queste modifiche. Innanzitutto, è importante notare che nella barra degli strumenti presente nella parte inferiore della vista 3D (quella con i menù View, Select, Object) è presente una serie di tre pulsanti affiancati sulla destra da una casella di menù a discesa (che per opzione predefinita è impostata a Global). Il primo, da sinistra, dei tre pulsanti permette di spostare l’oggetto selezionato, il secondo di ruotarlo, ed il terzo di ridimensionarlo. Per eseguire queste operazioni si possono usare le linee blu, rossa, e verde che appaiono nella vista 3D: ciascuna consente la modifica di uno dei tre assi dell’oggetto. Lavorare con i riferimenti globali può non essere semplice: è molto meglio decidere di impostare il menù al valore Local (gli assi sono stabiliti dalla forma dell’oggetto) oppure View (gli assi sono stabiliti dalla visualizzazione attuale), piuttosto che Global.

Qualche modifica con GIMP

Aggiungiamo la trasparenza al livello di base e lo duplichiamo

1 CON IL CANALE ALFA – Apriamo l’immagine su cui vogliamo lavorare in GIMP. Se si tratta di una fotografia, probabilmente non avrà un canale alfa (per la trasparenza). Quindi aggiungiamolo cliccando sul livello esistente col tasto destro, scegliendo Aggiungi canale alfa.
2 SELEZIONE INVERTITA– Cliccando sempre sul livello con il tasto destro, scegliamo la voce Duplica. Nascondiamo l’originale e lavorando sulla nuova copia, selezioniamo un’area “piatta”, per esempio il terreno o la facciata di una casa. Poi, invertiamo la selezione (Ctrl+I).

Ogni piano va separato

Dividiamo l’immagine in piani paralleli e separiamoli su più livelli

1 CANCELLIAMO– L’obiettivo è isolare un singolo piano, quindi ora che abbiamo selezionato tutto tranne il piano su cui vogliamo lavorare (nell’immagine è la parete destra di un edificio) basta premere il tasto Canc per cancellare ciò che non fa parte del piano in questione.
2 DUPLICAZIONE – Procediamo a lavorare sul prossimo piano, per esempio un’altra facciata dell’edificio. Quindi, dobbiamo duplicare il livello di base (quello che contiene l’intera fotografia) e rendere la nuova copia visibile.
3 SI RIPETE TUTTO– Anche in questo caso, utilizziamo lo strumento di selezione Lazo per selezionare il piano. Poi premiamo Ctrl+I e Canc, in modo da cancellare tutto il resto. Basta procedere in questo modo finché non avremo separato tutti i piani dell’immagine.
4 RICOSTRUZIONE– Ora dobbiamo cominciare a ricostruire le parti di immagine che non sono visibili: per esempio, una parte della facciata dell’edificio potrebbe essere nascosta dal tetto: noi dobbiamo ricostruirla. Possiamo selezionarne una parte con il Lazo, copiarla, ed incollarla.

Un file per ogni piano

Esportiamo ogni livello su un file diverso, per poterli caricare separatamente in Blender

1 CON PRECISIONE– L’immagine deve sembrare realistica, quindi dobbiamo ricostruire ogni porzione dell’immagine. Per costruire i particolari, possiamo utilizzare lo strumento Duplica ed anche il Cerotto, che corregge automaticamente le zone poco reali.
2 LA SEPARAZIONE– Dobbiamo separare tutti i possibili piani della fotografia: facciate di un edificio, terreno, oggetti molto lontani come le montagne, il cielo, eccetera. Ma alla fine la sovrapposizione dei vari livelli di GIMP deve rappresentare l’immagine originale.
3 OGGETTI LONTANI – È molto importante ricostruire gli elementi più distanti: solitamente, il cielo e le montagne. Per il cielo può essere molto utile lo strumento Sfuma. Per replicare le montagne, invece, basta utilizzare Duplica per riprodurre sassi ed alberi con forme realistiche.
4 ESPORTAZIONE– Quando tutta l’immagine è stata separata in livelli, dobbiamo rendere visibile un solo livello per volta ed esportare ciascuno di essi (uno alla volta) cliccando sul menù File/Esporta come. Diamo ad ogni file un nome che ricordi il suo contenuto (cielo, terreno, ecc…).

Il modello in 3D

Costruiamo un modello 3D stilizzato della foto con un paio di rettangoli

1 IMMAGINE DI SFONDO – Apriamo, finalmente, Blender. Come prima operazione, premiamo lo 0 dal tastierino numerico e poi il tasto N. Nel pannello che appare, troviamo la voce Background image. Selezioniamo quindi l’immagine di sfondo: deve essere la fotografia originale.
2 ELIMINARE IL CUBO – Blender ci fornisce già pronto un cubo, chiamato Cube. Tuttavia, a noi non serve. Quindi, basta selezionarlo tramite il diagramma ad albero in alto a destra e poi, nella vista 3D premere il pulsante X. Blender chiede la conferma: basta premere di nuovo X.
3 CI SERVE UN PIANO– Adesso cominciamo a riprodurre la scena con un modello 3D stilizzato: aggiungiamo un piano cliccando sul menù Add/Mesh/Plane. I piani, infatti, sono gli elementi di base con cui costruire ogni scena tridimensionale: sono dei semplici rettangoli.
4 VA AL SUO POSTO– Cominciamo, per esempio, a spostare il piano, ruotarlo, e ridimensionarlo per posizionarlo come se fosse il terreno della nostra scena. Per eseguire le modifiche in modo più comodo, possiamo decidere di lavorare con i riferimenti Local o View invece di Global.
5 CAMBIAMO IL NOME– Il piano, che per ora si chiama Plane, rappresenterà il terreno. Possiamo quindi modificare il suo nome con un doppio click su di esso nel diagramma ad albero. Dovremmo dargli un nome che lo identifichi immediatamente, per esempio “Terreno”.
6 GLI ALTRI PIANI– Aggiungiamo ora un altro piano (Add/Mesh/Plane), da posizionare in modo da simulare un altra porzione dell’immagine (per esempio una facciata dell’edificio). Ripetiamo le operazioni finché abbiamo ricostruito con dei piani ogni livello della fotografia.